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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|A Prato impressioni d'arte.djvu{{padleft:14|3|0]]La semplicità della facciata continua nell’interno dove due filari di grosse colonne di verde di prato metton capo al coro in cui Fra Filippo Lippi profuse a piene mani i tesori del suo ingegno. Secondo il Baldanzi[1] egli eseguiva quelle sue mirabili pitture tra il 1456 e 1464 nell’epoca in cui un’altro grande artista, il Mantegna, dava all’arte il suo capolavoro nella cappella degli Eremitani a Padova.

Ma qui, pur troppo, dobbiamo assistere ad un’opera vandalica che mostra sempre più come nel clero d’oggi sia scomparso il culto per l’arte antica, a cui si preferiscono madonne, crocifissi e santi di cera o di gesso coloriti da qualche volgare mestierante.

Quanto fu diverso il clero di una volta che non solo considerava gli affreschi o le tavole della chiesa come sante reliquie e opere pregiate, ma ne favoriva anche lo sviluppo, ordinandole ai migliori artisti del tempo!

Una specie di goffo baldacchino di tela con carta impiastricciata sopra, è elevato durante i mesi d’inverno per circa tre metri d’altezza e assicurato ad assi di legno fermate [2]

  1. Baldanzi Ferdinando, Della Chiesa Cattedrale di Prato. Descrizione corredata di notizie storiche e di documenti inediti in-8 con tavole. Prato, 1846.
  2. questa mancanza suppliscono le nitide riproduzioni dovute tutte alla Casa Alinari di Firenze.
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