Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 12 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|A Prato impressioni d'arte.djvu{{padleft:20|3|0]]sono i più vasti e importanti di questi affreschi, sebbene non scevri da qualche ritocco ed in parte danneggiati dal tempo.
Il Cavalcaselle[1] nell’esame del primo non trova felice il movimento, nè belle le proporzioni nella figura di Salomè; ma io lo credo in errore, malgrado la mano difettosa e altre mende minori, e benchè in altre figure vi sia una più solida modellatura ed una vibrazione più intensa di vita; come nelle due donne strette l’una contro l’altra, che si spaventano alla vista orribile della testa recisa che Salomè — inginocchiata dall’altro lato dell’affresco, secondo l’uso del tempo che in un sol quadro raccoglieva varii episodi — offre alla madre Erodiade. Quasi sembra di udire le parole sottovoce, mentre i corpi sembrano fremere nel nervosismo dell’inquietudine.
Anche il volto della moglie di Erode si impone nella sua impassibilità, e se nei lineamenti ricorda la figlia, è così diversa dall’espressioneFonte/commento: Pagina:A Prato impressioni d'arte.djvu/85 da essere ugualmente interessante.
Fra Filippo è riuscito dunque, conservando un tipo femminile unico, a mettervi in rilievo tutte le passioni umane come un attore che
- ↑ G. B. Cavalcaselle e I. A. Crowe. Storia della Pittura in Italia dal Sec. II al sec. XVI. Vol. IV. — Firenze, Le Monnier 1897.