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SECONDO | 15 |
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Gli archi contra il fuggir de lupi alpini,
Altre contra le damme; erano giunte
Ove tra belle quercie
In solitario campo, e puro, e queto
Allarga l’onde il lago di Melampo.
Sai quanto egli è sereno, e come invita
A rifrescarsi nel suo chiaro argento
Gli stanchi peregrini; a pena Nisa
Il rimirò, che rallentando il cinto
A spogliarsi prendea; e con l’essempio
Confortò le compagne; Anfigenea
Lenta non era a dislacciar la gonna;
Ne lenta era Terilla; ogn’una in somma
S’apprestava a lasciare
In quella onda tranquilla
Il sudore, e la polve; in quel bisbiglio,
In quel vario tumulto
Megilla fea sembiante
Non scender volentier ne le belle onde;
Et havea fosco il ciglio;
Videla Filli, e con gentile sforzo
Le corse addosso, e similmente ogni altra
Con dolce violenza la spogliava;
Et ella contrastava: e nel contrasto
Hora accendeva di rossor le gote,
Et hora impalidiva: il rimirarla
Così turbata conturbò la mente
D’alcune Ninfe, e le pigliò sospetto
Non forse costringesse alcuna colpa
Megilla a non mostrare il ventre ignudo;
E però si guataro
Alquanto in viso: consigliolla al fine
Nisa |
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