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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alcune Prose Giovanili.pdf{{padleft:24|3|0]]ed entrarono in casa una moltitudine di donne colle lampadi, e il parroco del villaggio portando l’Ostia del viatore! Tanto illusa, ed ora tanto improvvisamente disingannata! Nell’estreme ore egli la chiama per nome: Gabriella; la guarda con gli occhi languidi della morte, e le dice (e quella piangeva): Perdonami (e quella si svelleva i capelli); perdonami se ti ho fatto infelice (e quello se lo abbracciava e baciava). Dopo morto mi porrai l’anello col quale ti disposai sopra il petto, mi comporrai tu colle tue mani e mi chiuderai tu gli occhi, non ti scorderai di me, io ti amerò sempre.

Ora Pasqualino Furgiuele, giovane ancora nei venticinque anni, è morto; e la polvere sua, confusa alla polvere di tante generazioni, aspetta la parola di Dio che la chiami.






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