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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alcune Prose Giovanili.pdf{{padleft:30|3|0]]combattere: ed egli frattanto apparecchiavasi a entrare nella quiete del sepolcro. Egli, medico, con fortissimo animo si vide consumare a poco a poco. E su l’ultimo non pareva più un giovane, ma l’ombra di quel giovane morto da molto tempo; solamente gli occhi rimanevano testimoni della naturale vivezza. E quando poi conobbe il morbo suo essere irreparabile, rifiutò ogni rimedio, gli venne una disperazione profonda, e quasi un odio della natura e degli uomini. Quello non era pochezza di animo; erano speranze troncate; fortissimi studii delusi; un vita che si spegneva nel fiore. Allorchè s’aggravò, era per avventura il tempo che si commemorano i trapassati e la vanità del mondo; ed ecco, come si costuma nelle villate della Sila, in sul filo di mezza notte destarlo un lamentio di campane, ripetuto miserabilmente dalle valli all'intorno: si ricordò egli per l’ultima volta della sua giovinezza passata come ombra e sogno, e de’ suoi libri, e dei cari suoi che lasciava, e del sepolcro; e sentì uno sgomento. Pure poco tempo innanzi alla sua fine quello sgomento e quella malinconia gli disparve, divenne sereno in volto, si rassegnò; e, chia-

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