Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 32 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alcune Prose Giovanili.pdf{{padleft:42|3|0]]alla superficie dove quelle s’ingiardinano e infiorano e compariscono bellissime, quali sarebbero state veramente se non le avesse mai contaminato la colpa. A vedere cotanti mondi che girano per gli spazii, cotanti splendori vivissimi che fiammeggiano pei firmamenti, cotanta musica universale, cotanti fantasmi che ti si rappresentano davanti, e che alla speciosità e dolcezza dei volti giudicheresti angioli, i giovani per necessità debbono provare contento. E questo giovane massimamente che mai sperava a vedere cotali cose? Quel medesimo che gli uccelli al comparire dell’alba, che allora si fanno più vispi, e cantano soavemente più dell’usato.
E un’alba comparve a lui d’un giorno chiaro e sereno, ed egli ne divenne più allegro che mai, se non che gli fuggì l’allegrezza quasi col fuggire di quel giorno medesimo.
Nel teatro, in mezzo ai musicali canti della Traviata del Verdi, vide una giovane, formosissima, celestiale nelle sembianze, con li neri occhi vagante, come dentro la gentilissima anima intendesse confusamente la malinconia ed i tremiti di quelle consonanze misteriose: ne innamorò. D’allora in poi ragionava di con-