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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alcune Prose Giovanili.pdf{{padleft:51|3|0]]Era vecchio in età d’anni sessanta, fronte spaziosa, pochi capelli e bianchissimi, venerando all’aspetto; i cattivi avevano timore di lui, ed i fanciulli lo reputavano il padre del villaggio.

Il termine assegnato inevitabilmente a tutte le cose umane venne ancora per lui. Sentendosi un novità dentro ed un cotale accidente d’infermità, lasciandosi prendere per mano da un giovinetto, uscì fuori. Era la primavere, e andava riguardando la campagna rinverdeggiante, e le vie, e le botteghe del suo luogo, quasi avanti di partire del mondo volesse accomiatarsene. Dipoi essendosi posto a giacere, e chiamati tutti i nipoti che aveva nutricato ed amato come propri figliuoli, li ammonì a vivere in concordia e a portarsi con benignità verso gli agricoltori ed i poveri: e tanto affettuosamente parlava che tutti provocò a piangere, avvegnachè si credevano che non dovesse ancora morire. Intanto una lampada, che, allorquando moriva taluno di quella casa, dicono lo prenunziasse, quel giorno movevasi come dolorando, fumigava, scoccava un chiarore incerto e tremante. Ed un nuovo caso intervenne: la sorelle, forse perchè contristata nell’immagina-

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