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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alcune Prose Giovanili.pdf{{padleft:66|3|0]]speranze e nei sogni. Ma egli pure giovane non stava più nelle speranze e ne’ sogni; e come uno accommiatato dal mondo, senza dispetto, rivolta da esso la faccia, s’affrettava per la sua via.

E a non molto andare giunse al termine, imperciocchè la malattia che aspettava gli venne. I parenti, immaginando che in Napoli si risanasse, lo confortarono a ritornarvi; ma un presentimento sicuro accompagnava l’animo di quel giovane. Invero quivi, nella vece di migliorare, viene in peggioramento notabile. Rivede i luoghi dov’egli avea studiato e sperato un tempo, contempla un’altra volta le rosse nuvole che passano sul vesuvio, i colli aprichi, gli orti, i vigneti, il cielo sereno di Mergellina; ma il cuore era quasi morto; monta di nuovo in barca, e quando stava per entrare in mare, guarda la bellissima città un’altra volta, ma senza diventare lieto nè mesto.

I suoi, non sapendo niente di cosiffatto infortunio, vivevano di liete speranze. Una sera rivedono all’inaspettata il figliuolo, ma bianco di volto, mutato, non come se lo immaginavano. La madre a vedere sì miserabile scempio stava per mettere strida, ma la carità del-

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