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164 le città italiane

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V.

  E tu scendevi, amazzone dell’Arno,
Pisa tremenda e bella,
Tu pur scendevi a le marine giostre
Balzando in cima a le spumanti prue,
Come a selvaggi corridori in sella:
E valoroso indarno
Fu ’l Saraceno, a cui le olenti chiostre
Palermitane fulminavi e i chioschi
De le Alambre azzurrine.12
L’oro e le merci di rimote arene
S’accumular ne’ toschi
Stipi: e al tuo nome l’isole tirrene
Servíano, come ninfe ocëanine;13
E teco le fraterne acque fendea
Genova, l’iraconda
Ne le cacce del mar säettatrice.
Lïonessa dell’onda,
Lasciò il teatro de la sua pendice,
E le terrazze candide, e i giardini
Pensili, e i cedri del natio Bisagno,
E tra una selva d’ondeggianti pini
Volò a ruggir con la rabbia inumana
Del subito guadagno,
Fatta al sultano bizantin sultana:14
E poi che d’oro e di fortuna sazi
Ebbe i suoi figli, ai popoli largiva
Il mondo americano...15 Ahi! scellerate
Nipoti di Caïno!
Voi che esultaste nei fraterni strazi,

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