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ORE CATTIVE.

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SCOPERTA.


Ieri assiso sull’orlo de lo stagno
                                        Vedeva un ragno
Tessero la sua tela insidïosa
                                        Sopra una rosa.

Oggi, allor quando mi giuravi amore
                                        Stretta al mio core,
Sui labbri tuoi vedea che la bugía.
                                        Anch’ella ordía.

Ieri, tolta una goccia a quell’immondo
                                        Stagno fecondo
Che genera famiglie di viventi
                                        Ai soli ardenti,

Vidi per entro capricciose torme
                                        D’agili forme
Ire e venire in vorticose spire,
                                        Guizzar, morire.

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