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ore cattive. 199

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Ma su in la valle, come in trista reggia
  Sempre col dardo vigile sull’arco,
Cacciatrice infallibile passeggia
  La morte, e attende gli imprudenti al varco.

Le rondinelle che sfilando a nembi
  Riedono a le lor case in Occidente,
Solo che radan di quel loco i lembi,
  Come ferite piombano repente.

Vi muor il daino che trapassa a volo,
  Vi muor il seme che vi reca il vento,
D’ossa biancheggia il maladetto suolo,
  L’aura che ne vapora è un tradimento.

Ode il fragor de’ sotterranei tuoni,
  E queto pasce il buffalo selvaggio;
Vede le vampe de’ fumanti coni,
  E pasce queto de le lave al raggio:

Ma se un alito sol di quella infesta
  Aura lo tocca, esterrefatto mugge,
Agita il pondo de la torva testa,
  Vibra la coda e minando fugge.

E pure, Elisa, io so d’un’altra cosa
  Di questa valle ancor più desolata:
Cara di fuori, splendida, festosa;
  Morta di dentro, e come avvelenata.

E tu sei quella. Io non ò mai veduto
  Deserto più deserto del tuo cuore,
Come una tomba devastata muto,
  Dove ogni affetto che s’appressa, muore;

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