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amore e luce. |
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VII.
Il fior che pullula
Lontan dal raggio,
Ben sente l’alito
Del blando maggio;
Ma l’egro calamo
Non s’incolora,
Ma il gracil petalo
Mai non odora
Tra l’ombra eterna
De la caverna:
Così la vergine
D’amor privata
Compie da vittima
La sua giornata.
O voi narratelo,
Chiuse dimore
Di meste suore!
VIII.
Dite gli spasimi
D’alcuna pia,
La vita simile
A un’agonia;
Le brame cupide
Ch’ardono il sangue
Di solitaria
Donna che langue,
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