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epicedio per una bimba. 251

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  Arpa de’ miei prim’anni, al ciel converso
Qui nel silenzio, ignoto carme io sciolgo;
Però che sdegno l’indiscreto verso
Che pubblica gli affetti intimi al volgo;
  Tu a questa bella travagliosa assenti
  Da le tue corde uh suon consolator:
  Niuno il metro udirà de’ tuoi concenti,
  Chè l’angoscia profonda à il suo pudor.


II.
amelia.

  Non fu di te più morbida
La foglia de la rosa;
Non fu di te più candido
Un fior di tuberosa,
O lagrimata Amelia,
Illusïon perduta,
Che il mio solingo cantico saluta.

  Una corona attendere.
Parea la bionda chioma;
Era l’amabil alito
L’olezzo d’un’aroma;
Vaghe, azzurrine linee
Le trasparían dal fronte,
Quasi di cielo incancellate impronte.

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