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274 canti patrii.

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Un talismano che mi serbi onesta,
Innanzi di morir la madre mia.”
Mise un sospiro e seguitò la via.

IV.

  E dal sentier che guida
Giù da la selva io vidi
A la tremola luce de la sera
Scender soletta un’altra boscaiola:
Scendere la costiera
Con orma così lieve
Da somigliar a spirito che vola.
Gli occhi cerulei in su quel bianco viso
Pareano due pervinche in su la neve;
Due rosette pronostiche di morte,
Fiorivano talora all’improvviso
Accese in mezzo de le guance smorte;
Nè so perché compresso,
Avesse intorno il suo fardel di stipe
Con rami di cipresso e di mortella.
Ella veniva tacita e piangea.
“Povera montanina tapinella,
Dimmi la cura che ti fiede il core.” —
Io le richiesi; ed ella
Risposemi: — “Signore,
Volgon due lune, dal paterno ostello
Mi rapîro un fratello
Ch’era il mio amore. E poi
Che gli ebbero recisa
La bella chioma, al fianco
Gli cinsero una spada,

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