< Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

due pagine autobiografiche. XXV

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu{{padleft:37|3|0]]ò qui dentro ancora qualche cosa da dire. È troppo tardi: se ò sbagliato sentiero, da tornare indietro non ò più tempo; potrei cascarvi su sfinito prima di pigliarne un nuovo. Frattanto sinché mi rimangono queste ore malinconiche di tramonto, reciterò anch’io l’orazione del reverendo Sterne, del povero Yorick: Accordaci, mio Dio, il nostro pane, la nostra passioncina, le nostre dolci lagrime, il nostro sorriso d’ogni giorno. Ed io aggiungerò: e il perdono di mio padre. E così sia.


Aleardo Aleardi.


Concesio, il dì 7 novembre 1863



Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.