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i sette soldati. 335

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Teste rotar pei vortici dell’onde.
Vedo per tutti i valichi dell’Alpe,
Come per l’atrio de la nostra casa,
Svolgersi il drappo de la mia bandiera.
Vedo un ramingo che fu già ricinto
Ne la sua torva gioventù di molte
Corone, ire solingo.
La logorata porpora nel fango
Strascina, ove è trapunta
Un’aquila defunta.
Ora di tanti servi a lui rimane
Il carnefice solo. Una condanna
Giusta l’astringe a mendicar il pane,
Al castello battendo e a la capanna
Ov’è il figliuolo, a cui
Fece appendere il padre. — Oh! come è bella
L’alba d’Italia. All’orïente ascende
La sua limpida stella
Col raggio che si frange in tre colori;
All’occaso la squallida discende
Cometa de gli Asborgo. E da le vaste
Terre e dai mari un cantico si leva
Di vituperio e d’onta
Per quella che tramonta.


Pisa, 17 dicembre 1860.



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