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220 ANTIGONE

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Sicuro asilo Argo ti fù: deh! il piede 15
Rimosso mai tu non avessi! Io vengo
Pel sacro cener tuo. Quella, che tanto
Amasti in vita, Antigone prestarmi
Sola può di sua mano opra pietosa.
Oh quanto io t’amo, Antigone; bench’io 20
Non ti vedessi mai! Sorella fida
Ognor tu fosti a Polinice: io teco
A pianger vengo, e ad ottener di furto
Gelid’urna, che a me s’aspetta; ceda
Sorella a Sposa. — O Figlio unico nostro, 25
Questo fia il don, ch’io ti riporto in Argo;
Questo il retaggio tuo; l’Urna del Padre.
Ma dove, incauta, il mio dolor mi mena?
Argiva son; stò in Tebe; e nol rimembro?
L’ora aspettar, che Antigon’ esca.... E come 30
Ravviserolla?... E s’io son vista?... oh Cielo!...
Or comincio a tremar... quì sola... Oh!.. parmi,
Che alcun s’appressi: Oimè!... che dir? Qual’arte?...
M’asconderò.

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