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ATTO PRIMO. 231

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Quì rimanermi: e fù voler de’ Numi
Forse; che, appena era lontano il Padre, 175
Degli insepolti l’inaudita legge
Creonte in Tebe promulgò. Chi ardiva
Romperla quì; chi, se non io?

Argìa.

 Chi teco,
Chi, se non io, potea divider l’opra?
Quì ben mi trasse il Ciel. Da te l’amato 180
Cener veniva ad ottenerne in dono.
Oltre mia speme in tempo ancor son giunta
Di riveder, ed abbracciar le care
Sembianze; e quelle cruda orribil piaga
Lavar col pianto; ed acquetar col rogo 185
La vagante Ombra.... Or che tardiam? Sorella,
Andianne; io prima....

Antigone.

 A santa impresa vassi;
Ma vassi a morte: io ’l deggio, e morir voglio.
Nulla ho che il Padre al Mondo, e mi vien tolto:
Quant’io ti bramo, o morte! Il rogo io sola 190

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