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ATTO QUARTO | 289 |
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- Creonte.
E qual?
- Emone.
Mio braccio. 110
- Creonte.
Perfido. — insidia i dì paterni; trammi
Di vita, trammi; osa, rapisci, turba
Il Regno a posta tua.... Padre i’ son sempre
Di tal, che più Figlio non m’è. Punirti
Non sò, nè posso; altro non sò, che amarti, 115
E compianger tuo fallo. Or dì;... che imprendo,
Che non torni a tuo prò? Ma sordo, e ingrato
Purtroppo tu, preporre ardisci un folle,
Un passeggero sconsigliato amore,
Un non gradito amor, di Stato all’alta 120
Ragion, di Sangue ai dritti.
- Emone.
Oh! di quai dritti
Favelli tu? Troppo sei Rè: tuoi Figli
Non puoi tu amar: a Tirannia sostegni
Cerchi, non altro. Io di te nato dritti
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