< Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

ATTO QUARTO 289

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu{{padleft:293|3|0]]

Creonte.

 E qual?

Emone.

 Mio braccio. 110

Creonte.

Perfido. — insidia i dì paterni; trammi
Di vita, trammi; osa, rapisci, turba
Il Regno a posta tua.... Padre i’ son sempre
Di tal, che più Figlio non m’è. Punirti
Non sò, nè posso; altro non sò, che amarti, 115
E compianger tuo fallo. Or dì;... che imprendo,
Che non torni a tuo prò? Ma sordo, e ingrato
Purtroppo tu, preporre ardisci un folle,
Un passeggero sconsigliato amore,
Un non gradito amor, di Stato all’alta 120
Ragion, di Sangue ai dritti.

Emone.

 Oh! di quai dritti
Favelli tu? Troppo sei Rè: tuoi Figli
Non puoi tu amar: a Tirannia sostegni
Cerchi, non altro. Io di te nato dritti

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.