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ATTO QUARTO 297

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I’ vo’ più cruda ancor.

Creonte.

 In Tebe, io voglio,
Non altri; e cede al mio voler ciascuno. 225
Rotta hai mia legge; e sì pur’io t’assolvo:
Funereo rogo incendere al Marito
Volevi; e ’l festi: il cener suo portarti
In Argo; ed io tel dono. — Or che più brami?
Che ardisci più? Dell’opre mie vuoi conto 230
Da me tu?

Argìa.

 Prego, almen grazia concedi,
Che Antigone i’ rivegga.

Creonte.

 In lei novello
Ardir cercar, che in te non hai, vuoi forse? —
Di Tebe uscir tosto che annotti dei;
Irne libera in Argo ove non vogli, 235
A forza andrai.

Argìa.

 Più d’ogni morte duro

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