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ATTO QUINTO. 315

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Tarda pietà?... Portala altrove... tratti
Dagli occhj miei; non funestar mia morte....
Ecco i’ ti rendo il sangue tuo; meglio era
Non darmel mai.

Creonte.

 Figlio... n’attesto il Cielo...
Mai non credei, che un folle amor t’avria 160
Contro te stesso....

Emone.

 ....Và, cessa; non farmi
Fra disperate imprecazioni orrende
Finir miei giorni. I’ ti fui Figlio in vita....
Così te Padre avuto avessi!....

Creonte.

 O Figlio....

Emone.

Te fra’ rimorsi, e nel dolor io lascio. — 165
Amici, ultimo ufficio.... il moribondo
Mio corpo esangue d’Antigone al fianco
Traete.... là voglio esalar l’estremo....
Spirto vital....

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