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Or non sai tu, che i tuoi pensier perfino;
Non che l’opre tue incaute, i tuoi pensieri,
E i più nascosi, io sò? — Regina, il vedi; 215
Non l’esser, nò; ma il non sentirsi reo,
È il peggio in lui.

Carlo

 Padre; ma trammi alfine
Di dubbio: che fec’io?

Filippo

 Delitti hai tanti,
Ch’or tu non sai qual vogli io dir? — Là, dove
Fervida più sediziosa bolle 220
Empia d’error fucina, or dì, non hai
Pratiche là segrete? Entro mia Reggia,
Nelle tue Stanze, anzi che il dì sorgesse,
All’Orator de’ Batavi ribelli
Lunga udienza, e ascosa, or dì, non desti? 225
A quel malvagio, che, s’ai detti credi,
Viene a mercè; ma in cor perfidia reca,
E d’impunito tradimento speme.

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