< Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
6 FILIPPO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfieri - Tragedie, Siena 1783, I.djvu{{padleft:8|3|0]]

Veggo, e men duol; ma che poss’io?

Carlo.

 Ten duole?
Oh gioja! Or ecco ogni mia cura asperge
Di dolce oblìo tal motto; e il dolor tuo45
Pur’io divido; e i miei tormenti io spesso
Lascio in disparte; e di tua dura sorte
Penso; e vorrei....

Isabella.

 Men dura sorte avrommi,
Spero, dal tempo: i mali miei non sono
Da pareggiarsi a’ tuoi: dolor sì caldo 50
Dunque non n’abbi.

Carlo.

 In me pietà t’offende,
Quando la tua m’è vita?

Isabella.

 In pregio troppo
La mia t’hai tu.

Carlo.

 Troppo? Che dici? E quale,

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.