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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfieri - Tragedie, Siena 1783, II.djvu{{padleft:7|3|0]]
Egisto.
In questa Reggia io son Straniero troppo:25
Tu mi v’affidi, è ver; nè il piede io posto
Giammai v’avrei, se tu Regina in seggio
Quì non ti stavi: il sai, per te quì venni,
Quì rimango per te: ma il giorno, ahi lasso!
Già già s’appressa il giorno doloroso,30
In cui partir tu men farai,... tu stessa.
Clitennestra.
Io? che dicesti? E il credi? ah, nò! — Ma poco,
Nulla vale il giurar; per te vedrai,
S’altro pensier, che di te solo io serri
Nell’infiammato petto.
Egisto.
E ancor che il solo35
Tuo pensiero i’ mi sia, se a me pur cale
Punto tuo onor, perder me stesso io debbo,
E perder vo’, pria che turbar tua pace;
Pria che oscurar tua fama, o torti in parte
L’amor d’Atride. Irne ramingo, errante,40
Avvilito, ed oscuro, egli è destino