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EPOCA TERZA. CAP. X. 185

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fatti alcuni passi adagino, freddandomisi a [1771] poco a poco la mente ed il corpo, cominciai a provare un fiero dolore nella sinistra spalla, che era in fatti slogata, e rotto un ossuccio che collega la punta di essa col collo. ILdc»lore andava crescendo, e le poche miglia che mi trovava esser distante da casa mi parvero fieramente lunghe prima di ricondurmivi a cavallo ad oncia ad oncia. Venuto il Chirurgo, e straziatomi per assai tempo, disse di aver riallogato ogni cosa, e fasciatomi, ordinò ch’io stessi in letto. Chi intende d’amore si rappresenti le mie smanie e furore nel vedermi io così inchiodato in un letto, la vigilia per l’appunto di quel beato giorno ch’era prefisso alla mia seconda gita in villa. La slogatura del braccio era accaduta nella mattina del Sabato, pazientai per quel giorno, e la Domenica sino verso la sera, onde quel poco di riposo mi rendè alcuna forza nel braccio, e più ardire nell’animo. Onde verso le ore sei del giorno mi volli a ogni conto alzare, e per quanto mi dicesse il mio semi-ajo Elia, entrai alla meglio in un carrozzino di posta soletto, e mi avviai verso il mio destino. Il cavalcare mi si era fatto impossibile atteso il dolore del braccio, e l’impedimento della stringatisòiiiia

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