< Pagina:Alfieri - Vita, I, Londra, 1804.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

EPOCA. TERZA CAP. XV. *91

Furono queste due composizioni recitate 1715, con applauso per due sere consecutive; e richieste poi per la terza, essendo io già ben ravveduto e ripentito in cuore di essermi si temerariamente esposto al pubblico, ancorché mi si mostrasse soverchio indulgente, io quanto potei mi adoprai con gli attori, e con chi ni. Componete, rappresentate voi stesso, seguite gl’impulsi del genio Febeo, e non arrossite mai. ZE USIPPO. Seguirò il consiglio, che voi mi predicate ancor più. efficacemente con l’esempio, che colle vostre lusinghiere parole. Ma,alle corte; noi due ci corbelliamo l’un l’altro: siamo entrambi poeti, tragici entrambi, entrambi forse cattivi: noi non ci possiamo amare,potressimo però giovarci vicendevolmente, se volessimo francamente parlare l’uno dei componimenti deiraltro;e ciò, con quella pietosa fratellevole discrezione, che sogliono aver fra di loro gli autori &c. &c. E basta; perchè non ce n’entra più: e

perchè troppo ce n’è entrato fin qui.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.