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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:105|3|0]]
Per cui nè venenato aer, nè pianeta
Di mortiferi semi agitatore
84Te render salvo in mia virtù mi vieta.
Or di te stesso lo sfrenato amore
Fa che contrasti a immago util, ma trista
87Da voglie ingombro allettatrici il core,
Che rara avesti al gioir falso mista
Parte aspra, e l’Alma a inorridir non usa
90Fu mai de’ mali alla terribil vista.
Ma grazie rendi al Ciel, che la delusa
Ragion conosca i suoi sì dolci inganni,
93E lume acquisti infra il terror confusa.
Oh quai teneri, forti, acerbi affanni
Mentr’io vissi al mio sen fér lunga guerra!
96Quanto industre il dolor fu ne’ miei danni!
Lo scettro io vidi della patria terra
A noi tolto, e il buon popol ingannato
99Da infida tregua e rea, che alfin lo atterra:
Vidi il diletto mio padre svenato
Steso giacer nella funerea buca
102Di tre suoi figli trucidati a lato;
E perchè crudeltate empia riluca
Più in empia mano, udii del sangue sparso
105Vantarsi altier lo scellerato Duca.
Ben era il mio valor languido e scarso
A così fieri assalti, onde si scosse
108Da mille affetti il cor tristissim’arso;
E allora apparve a me, come se fosse
A riparar l’umana colpa accinto
111Quei, che a morir per noi pronto mostrosse
Pallido, lasso, esangue, e quasi estinto
Fra i pensier tetri, e per l’estremo affanno
114Di sanguigno sudor le membra tinto,