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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:115|3|0]]
Un Vecchio allor mirai, che immobil stava
Presso alla pira, e le rugose e smunte
414Gote di lagrimoso umor bagnava.
Egli torvo negli occhi, e al petto aggiunte
Le incrocicchiate man sciolse tremando
417Tai voci a spesso sospirar congiunte:
Ahi mìsero! perchè non perii quando
Da me l'amata Figlia il crudo mise
420Colpo di morte eternamente in bando?
O perchè almeno allor me non uccise
Duolo, ira e orror, ch’io l’insepolte e grame
423Sue membra vidi in brani esser divise?
Mentre scagliate su putrido strame,
Oh memoria feral! fùr de’ voraci
426Cani serbate a saziar la fame.
Che far potei privo di spirti audaci
In curva età, povero d’agi e d’oro
429Tolto a me dalle ree destre rapaci?
Chè il mio guerra mi fé’ ricco tesoro
Più che il tosco mortal fra le sconvolte
432Leggi, e un empio poter maggior di loro.
Oh fortunate appien l’Anime sciolte,
Cui l’ultimo destin l’ultimo porse
435Scampo fra tante pene insiem raccolte!
Oimè! l'aria, in cui sparto il velen corse
Fra l'infocata estate, e i roghi accesi,
438Rende la vita del respiro in forse.
L’acqua dei fonti in miglior stella illesi,
Or calda, e di maligni atomi carca
441Ributta i labbri nel gustarla offesi.
La terra stessa non appar mai scarca
Di sordidezza marcida e di lezzo,
444E il piede ognor vermi e putredin varca.