< Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
98 visione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:120|3|0]]

Né la Fé sola ad accertarti è scorta,
  Che non fia fuor che in Dio che appien tu goda,
  579Là ’ve in lui tutta é la nud’Alma assorta;
Ma tua ragion chiaro tel mostra, e annoda
  Te in vincol forti; e perchè tu il conosca,
  582Fa che tua mente a me si volga, e m’oda.
Il corto ingegno uman cinto da fosca
  Nube raro dal falso il ver distingue,
  585E nel suo dubbio argomentar s’infosca;
Quindi o in beltà fallace, o in copia pingue
  D’agi e d’onor, ch’ ei credeo beni, o in finta
  588Tema d’affanni il cor sua pace estingue:
Poi la tua brama insaziabil spinta
  A voler quel che l’intelletto abbraccia,
  591Dal tuo poter sì scarso è risospinta;
Onde avvien, se a te grato obbietto piaccia,
  Che invan lo cerchi, e un altro invan tu fugga,
  594Che pel duol t’auge, e pel terror t’agghiaccia.
Alfin, perché tu non ti snerbi e strugga.
  D’esterne cose hai d’uopo, e la tua spegni
  597Vita, se a noja tu l’abbia, e le sfugga.
Dunque pur quanto pago esser t’ingegni.
  Pur, perchè a te bastevol tu non sei,
  600Giunger non puoi di stabil gaudio ai segni.
Tai fonti di continua angoscia rei
  Per natural necessitade vedi
  603In ogni uom sparsi, e tu negar nol dei;
Chè mentre divenir beato credi
  Coll’altrui forza e aìta, allor t’accorgi,
  606Ch’altri a te chiede il ben, che a lui tu chiedi.
Ne questi, che in te provi, e in altrui scorgi
  Principj amari fia che il cor mai svelga,
  609E indarno a lui lena e valor tu porgi.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.