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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:121|3|0]]
Pur benché i semi infausti non divelga
Natura all’Uom, sempre co’ moti suoi
612Lo punge, e al pien gioir par che lo scelga.
E ben sì lieto stato i pensier tuoi
Cercando vanno pel tuo spirto oppresso
615Ad onta ancor di quel, che tu non puoi.
Or perchè non ti è dato entro te stesso,
Nè per altri oprar sì, che tu provegga
618Al perpetuo desìo nell’Alma impresso,
Medita alfin, se fuor di te si vegga,
E fuori dell’uman germe infelice
621Chi il poter di bearti in sè possegga.
Pensa quanto pensar profondo lice;
Troverai sol Dio di scienza eterna
624Ottimo, onnipotente, e in sè felice:
Che del saper colla virtù superna
L’Alma t’illustri sì, che ne sia scossa
627La feconda d’error tua nebbia interna;
E colla somma interminabil possa
La forza tua pari al desìo ti renda,
630Tal che appien quel che brami ognor tu possa;
E sua felicitade entro te stenda
In guisa, che tu nulla in pago farte
633Aìta più d’esterne cose attenda.
Questi, che tua ragion comprende a parte,
Argomenti del ver serba, e al tuo fine
636Beato volgi in acquistarlo ogni arte;
Né prove altre ineffabili divine
Ricercar dei, che in lor cupa chiarezza
639S’ergon di frale ingegno oltre al confine,
Ma tua Fede avvisando esclama: Oh altezza
Incomprensibil di letizia immensa!
642Oh fonte inestinguibil di dolcezza!