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tna perchè incolpare d’oscurità, e/"* asprezza
e di monotonia uno scrittore che ne fa im^ muné nella buccolica, nella lirica, nella scherzevole e nella tragica poesia? Sono però tali e tante le insigni bellezze delle Visioni, spezialmente per la sublimità delle immagini, è per la verità e grandezza delle descrizioni dalV ultima natura fino a Dio, che ne sembra tempo perduto il rammentarle > per non incontrare la taccia data a quel pedante, che segnando le bellezze d^ Omero non s’era accorato d’averlo interamente segnato. Ne basti il dire, che, se le Visioni cedono nelV evidenza e nella rapidità dello stile a quello di Dante, e nella dolcezza e leggiadria a quello del Petrarca, hanno però un carattere proprio di grandezza, gravità e splendore di stile, che non aveva ancora V eguale la terza rima italiana i La falsa opinione degli stranieri, che la lingua italiana mal sapesse trattare la tragedia, eccitò il Varano a darle opera. Rivide tgli con ostinato studio il suo Demetrio, disapprovando V edizio7i6 fattane dal Berno in Verona V anno l’j^S, e corretto lo fece imprimere V anno 1 749 ’^^^ Seminario di Padova, Il Voltaire ne commendò assai V autore del Demetrio. Quella tragedia è da taluno rijjresa per V ostinazione di Artamene a non palesar st per Demetrio innanzi che le cose andassero ali* estremo, né sembragli tale ostinazioìie necessaria^, bella e degna della tragedia^ se non
quando Demetrio, noto alla madre, tace eroicamente, per non recarle onta e nocumento.