< Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
126 visione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:148|3|0]]

Sì, che i nocchieri al lor periglio intenti
  21Salir pe' gradi all'aspre corde intesti
  Le agitate a raccor tele stridenti
Fra i sibili del vortice funesti,
  24Cui resister mal puote Ercinia e Ardenna;
  Ma tal fe'la procella impeto in questi,
Che duo di lor, in men che il dito accenna,
  27L'ampia vela aggruppando all' arbor carco,
  Divelti fùr dalla tremante antenna:
E come augei l'aure fendendo in arco
  30Dopo un languido oimè sparver assorti
  De' golfi irati nel terribil varco.
Notte recando e verno erravan sórti
  33Nel tenebrato ciel nuvoli spessi
  Che ricoprìan di nebbia i lidi e i porti,
Ed al crescer dell'ombre i flutti stessi
  36Parean del legno sormontar le sponde,
  Crescendo mole, e feritade in essi.
Venìan pugnando insiem grossissim'onde,
  39Altre a proda, altre a poppa, e fean in parte
  Or monti erti, or voragini profonde;
E ognor del mare alla gonfiata parte
  42Levavasi la nave, e al sen più basso
  Avvallando rendea delusa ogni arte.
Noi pel terror immoti a par d'un sasso
  45Restammo in pria; ma la vicina morte
  I piè ci sciolse, ed affrettonne il passo
A librar, benché invan, col pondo forte
  48De' corpi il lato, in cui per l'urto esterno
  S'ergea troppo l'abete in dubbia sorte:
Ma pel gran moto ad ambo i lati alterno
  51Lassi cademmo, e il nostro inutil corso
  I tempestosi fiotti ebber a scherno.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.