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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:148|3|0]]
Sì, che i nocchieri al lor periglio intenti
21Salir pe' gradi all'aspre corde intesti
Le agitate a raccor tele stridenti
Fra i sibili del vortice funesti,
24Cui resister mal puote Ercinia e Ardenna;
Ma tal fe'la procella impeto in questi,
Che duo di lor, in men che il dito accenna,
27L'ampia vela aggruppando all' arbor carco,
Divelti fùr dalla tremante antenna:
E come augei l'aure fendendo in arco
30Dopo un languido oimè sparver assorti
De' golfi irati nel terribil varco.
Notte recando e verno erravan sórti
33Nel tenebrato ciel nuvoli spessi
Che ricoprìan di nebbia i lidi e i porti,
Ed al crescer dell'ombre i flutti stessi
36Parean del legno sormontar le sponde,
Crescendo mole, e feritade in essi.
Venìan pugnando insiem grossissim'onde,
39Altre a proda, altre a poppa, e fean in parte
Or monti erti, or voragini profonde;
E ognor del mare alla gonfiata parte
42Levavasi la nave, e al sen più basso
Avvallando rendea delusa ogni arte.
Noi pel terror immoti a par d'un sasso
45Restammo in pria; ma la vicina morte
I piè ci sciolse, ed affrettonne il passo
A librar, benché invan, col pondo forte
48De' corpi il lato, in cui per l'urto esterno
S'ergea troppo l'abete in dubbia sorte:
Ma pel gran moto ad ambo i lati alterno
51Lassi cademmo, e il nostro inutil corso
I tempestosi fiotti ebber a scherno.