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Privi di sol, di guida e di soccorso,
  54Stesi sul pian del legno combattuto,
  Squallidi per immenso mare scorso
Piagneam col timonier, che avea perduto
  57Fra le infinite acque e l'orror notturno
  Lena e consiglio, e temea smorto e muto
Gli ultimi abissi, ove un crudel vulturno
  60Traportator spignea la poppa errante;
  Ma il tardo apparve alfin lume diurno,
Per cui s’accorse per le nubi infrante.
  63Che il fiero soffio oltre i confìn d’Alcide
  Tratti ne avea nell’Oceàn d’Atlante.
Allor fortuna, che per poco arride
  66Agl’infelici, ravvivò il più grave
  Zefiro Occidental su l’onde infide,
Che risospinse la sbattuta nave
  69Presso alle piagge Lusitane, e un raggio
  Di speme in noi sembrò destar soave,
Ma con tal velocissimo viaggio
  72Ci sforzò il nuovo raddoppiar del vento
  Nell'aurifero Tago a far passaggio,
Che il naviglio, cui d’uopo era più lento
  75Corso, ne’ scoglj entro la foce ascosi
  Urtò, s’aprì ingojato in un momento.
Sorte fosse, o voler del Cielo, io posi
  78La man sovra il timon svelto, e lo strinsi
  Neil’atto, in cui scesi fra i gorghi ondosi,
E col peso minor il leggier vinsi
  81Carco del fiume sì, che in facil nuoto
  Sul pinto d’erbe e fiori argin mi spinsi.
Pareanmi ancor le selve al guardo immoto
  84Barcollar tutte, tal negli occhi impresso
  Fu il continuo pe’ flutti orribil moto.

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