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Dopo tai detti il voto mio fei pago
  153Col penetrar nel Tempio, e pormi in atto
  Supplice innanzi alla celeste Immago.
Mentre a Lei rinnovando il sacro patto
  156Di serbar, finche l’Alma il frale avvivi,
  Grata memoria del mirabil fatto,
Vidi, ahi che vidi! da quegli occhi divi
  159Scorrer per vie sovra natura ignote
  Doglioso umor in lagrimevol rivi.
Inorridii, gelai: tre volte immote
  162Le luci io tenni al pio volto, e tre volte
  Irrigò il pianto le verginee gote.
Pur volli al ver far velo, e per le folte
  165Mie tristi idee credei nel mio deluso
  Sguardo tali apparir lagrime sciolte.
Quindi, entro al sen cupo serbando e chiuso
  168Il gran portento, fuor del Tempio uscii,
  E fra i confusi miei pensier confuso
La Guida mia, che precorrea, seguii
  171Verso un albergo a verde poggio in cima,
  Ove il fatal peregrinar compii.
Benché del loco anche l’immagin prima
  174Seggio m’offrisse fra delizie raro,
  Pur il cor mio roso da ignota lima
Ogni obbietto volgea dolce in amaro;
  177Tal che le labbra in lauto desco appena
  Lieve confortatrice esca gustàro.
Inquieta stanchezza, e indocil pena
  180Me trasser quindi su le molli piume
  Per recar pace agli egri spirti, e lena;
Ma l’anima scontenta oltre il costume
  183Le pupille mi tenne a lungo aperte,
  Come se urtate fosser da gran lume.

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