< Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu
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Non lungi in quella età, che non conosce
  483I proprj danni, un vago pargoletto
  Figlio accresceva a lei l'ultime angosce.
Sciogliendo ella con man smorta lo stretto
  486Vel su le poppe, benché infranta e oppressa,
  Chiamaval dolce all’amoroso petto;
Ed ei carpone invan moveasi, ed essa
  489Sospirando, e guardandolo sembrava
  Dogliosa più di lui, che di sé stessa.
Noi con pronto vigor, che ne prestava
  492Di caritate il zel, trarla d’impaccio
  Tentammo, e dal gravoso arbor che stava
Su lei rappresa ornai dal mortal ghiaccio:
  495Ma per quante scegliesse arti l’ingegno,
  Ahi! non fu pari al buon voler il braccio.
La Donna allor: Per sì bell’opra il degno
  498Guiderdon serbi a voi, disse, l’immensa
  Pietà, che in dar mercè varca ogni segno.
Me delle piaghe mie la doglia intensa,
  501E il terribile colpo a morte spinge,
  E già m’annebbia i rai caligin densa.
Or questo parto mio, che nel suo pinge
  504Volto l'aita, che per lui richieggo,
  Fugga il destin, che di perigli il cinge.
Per voi salvo egli viva: altro non chieggo;
  507E allor morte mi fia riposo e gioja.
  Ma dove è il figlio mio, ch’io più nol veggo?
Ah! date a me fra l’affannata noja
  510Dell’Alma e il palpitar de’ membri estremo,
  Che almen lo stringa al seno anzi ch’io moja.
Io coll'uffizio di pietà supremo
  513Il fanciul presi, e a quel languente il porsi
  Petto pieno d’ amor, di forze scemo;

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