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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:163|3|0]]
Ed ella, che sentì l’amato porsi
516Pegno nel grembo, di più forti armata
Spirti ed affetti al cor materno accorsi,
L’annodò, lo baciò colla gelata
519Bocca, sclamando: Il Ciel ti doni mi padre.
E tenera, e dolente, ed agitata
Le molli del bambin carni leggiadre
522Troppo in morir compresse, ed in un punto
Spirò l’Anima il figlio, e insiem la madre.
Da spettacol sì amaro ebbi compunto
525Cotanto il sen, ch’io colla Guida sparsi
Largo di pianti umor ai primi aggiunto.
Salimmo indi ambo ove parca levarsi
528Il piano in facil colle, e per i folti
Pini e cipressi ombrosamente ornarsi;
Ed ecco vacillar da strano colti
531Tremore i colli, e in screpolosi fondi
Spesso i corpi ingojar vivi sepolti.
Oh infausta e crudel terra, che fecondi
534Modi d’acerbità varia produci,
T’apri, e in te guasti, e stritolati ascondi
D’un popolo gli avanzi! Ah! le mie luci
537L’aspetto fier più tollerar non ponno.
Guidami tu, gridai, che mi conduci,
A men orribil loco, ov’io sia donno
540In pace almen fra tanti affanni stanco
Di chiuder gli occhi nel perpetuo sonno.
Ed ei rispose: Affrettati sul manco
543Sentiero ad abbracciar robusta pianta,
Che innanzi, o indreto il piè portar e il fianco
Ci vieta il terren fesso. Allor con quanta
546Lena potei corsi, e del Duce sotto
La scorta un pino strinsi; e appena a tanta