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Ed ella, che sentì l’amato porsi
  516Pegno nel grembo, di più forti armata
  Spirti ed affetti al cor materno accorsi,
L’annodò, lo baciò colla gelata
  519Bocca, sclamando: Il Ciel ti doni mi padre.
  E tenera, e dolente, ed agitata
Le molli del bambin carni leggiadre
  522Troppo in morir compresse, ed in un punto
  Spirò l’Anima il figlio, e insiem la madre.
Da spettacol sì amaro ebbi compunto
  525Cotanto il sen, ch’io colla Guida sparsi
  Largo di pianti umor ai primi aggiunto.
Salimmo indi ambo ove parca levarsi
  528Il piano in facil colle, e per i folti
  Pini e cipressi ombrosamente ornarsi;
Ed ecco vacillar da strano colti
  531Tremore i colli, e in screpolosi fondi
  Spesso i corpi ingojar vivi sepolti.
Oh infausta e crudel terra, che fecondi
  534Modi d’acerbità varia produci,
  T’apri, e in te guasti, e stritolati ascondi
D’un popolo gli avanzi! Ah! le mie luci
  537L’aspetto fier più tollerar non ponno.
  Guidami tu, gridai, che mi conduci,
A men orribil loco, ov’io sia donno
  540In pace almen fra tanti affanni stanco
  Di chiuder gli occhi nel perpetuo sonno.
Ed ei rispose: Affrettati sul manco
  543Sentiero ad abbracciar robusta pianta,
  Che innanzi, o indreto il piè portar e il fianco
Ci vieta il terren fesso. Allor con quanta
  546Lena potei corsi, e del Duce sotto
  La scorta un pino strinsi; e appena a tanta

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