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La Guida allor: Deh! chi fia mai che asciutte
  582Serbi, gridò, le luci? E chi daramme,
  Che sian le mie dal lagrimar distrutte?
Qual gente altra inghiottì l’ultime dramme
  585Dell’ira eterna, e insiem provò nemica
  L’aria, la terra, il mare, e poi le fiamme?
Or poiché il gran dolor, che l’Alma implica,
  588Nudron sì atroci obbietti, ah! si ritorni
  All'erma, ch’io lasciai, mia sede antica;
Chè men sarò infelice, ove non torni
  591Più sotto gli occhi miei vista sì cruda,
  E amari avrò, non disperati, i giorni.
Così spiegando quanto grave ei chiuda
  594Lutto nel sen, scese dal colle duro,
  E per l’erbosa via d’alberghi ignuda
Supero meco il rovesciato muro
  597Della Cittade oppressa, i piè volgendo
  Alla campagna, onde pria mossi furo.
Sconnessa ivi dal doppio urto tremendo
  600Del suol s’offerse la magion, che meta
  Tranquilla fu del mio naufragio orrendo:
Onde, poiché timor saggio ne vieta
  603Sotto l’aperta e minacciosa volta
  Trar vita almen securamente queta,
Alzata fu d’inteste lane folta
  606Guerriera tenda, dentro cui la salma
  Stanca giacesse da’ rei dubbj sciolta;
Ma né in quel loco pur conforto, o calma
  609Trovò la Guida mia, chè fra gli amari
  Colpi del duol, che trafiggeangli l’Alma,
Tratto tratto dicea: Noi fummo avari
  612Di pianto atto a impetrar da’ sommi chiostri
  Grazia e pace; or la pena è all’error pari.

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