< Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu
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Docil la spinsi d’un sol peso carca
  All’altra sponda, e con piè tardo ascesi
  78Là ’ve più il colle col poggiar s’inarca.
Alla mia vinta allor lena m’arresi,
  E sotto infranta, e abbandonata ai venti
  81Capanna vil le membra lasse io stesi.
Gli spirti miei per la stanchezza lenti
  Diér loco al sonno, cui cedendo chiusi
  84Gli occhi nel pigro lor moto languenti.
Ma nel grato sopor varj e confusi
  Spettri di belve orribili mirai
  87Coi sensi dal sognar vivo delusi,
E tal ristretto al cor gelo provai,
  Che nel fuggir l’ingorde ugne e le zanne,
  90Molle di sudor freddo io mi destai.
Allor vidi non più rozze capanne,
  Ma un gran lume, che tutte all’improvviso
  93Fe’ del tugurio sfavillar le canne,
E fra il lume un Guerrier coperto il viso
  Di ferree lame azzurre, e il seno, e i fianchi,
  96Su l’aure, ch’ei rendea splendenti, assiso.
Che a dir mi prese: Gravi ancora e stanchi
  Gli occhi al sonno tu serbi? o forse attendi
  99Che una nuov’alba un’altra notte imbianchi?
Sommo a te onor togliea quel, cui t’arrendi,
  Lungo torpor, se nol scuotean dal petto
  102Delle selvagge fere i sogni orrendi.
Sorgi: Tu sei scelto al sublime obbietto
  D’intrecciar gl’inni alla Vittoria, e questo
  105Giorno ai trionfi è di Teresa eletto.
Grande ai carmi argomento atroce appresto,
  E il foco a ravvivar, che in te si serra,
  108Del mio sacro fulgor l’Alma ti vesto.

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