< Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu
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E a par di sasso, ch’esca fuor di fromba,
  Le ferme urtò nel vallo Austriache schiere.
  342Già d’immenso fragore il pian rimbomba:
Già appajon miste insieme armi e bandiere,
  Mani omicide, e di ferir in atto;
  345Altre all assalto, altre a resister fiere:
Chi pendea dai ripari, e chi più ratto
  Salìa tra vivo foco, e fumo, e polve
  348Su i corpi uccisi, o non estinti affatto.
Fiume il Prusso parea, che seco involve
  Sponde, e ponti, e il mar preme: e d’Austria il Campo
  351Turbin, che addietro spinge, e lo rivolve;
Chè riposta ambo avean lor gloria e scampo
  O in vincere, o in perir sotto le crude
  354Spade, o de’ cavi bronzi al feral lampo.
Al forte assalitor, che in petto chiude
  Lo sdegno, il furor crebbe; e all’assalito
  357Maggior lena prestò maggior virtude.
Io vedea si, che segnar quasi a dito
  Del conflitto potea fra i moti vari
  360Chi cadea spento, e chi gemea ferito.
Ma quegli obbietti troppo eran contrari
  A natural pietà, che in Uom non langue,
  363Se non desta ira in lui gl’impeti amari:
Onde mirando altri col volto esangue
  Languir, ed altri le convulse membra
  366Di polvere agitar lorde e di sangue,
L’Alma, cui suo l’altrui tormento sembra,
  Di tanto orror m’empiè l’ossa e le vene,
  369Che la memoria ancor triste rimembra.
Quando l’Angel mirò di guerra piene
  Le squadre, e udì le militari tube
  372Seguir col suon quella, che in mano ei tiene,

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