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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:203|3|0]]
Mal potean i destrier gloria, o salute
Sovra il pendìo trovar d’incerti calli
507Fra le sicure piaghe e le cadute,
E sfuggìan rotolando all’ime valli,
La terra alle ferrate ugne rubella;
510E i Cavalier su i languidi cavalli
Cedean rispinti, o tratti fuor di sella
Dai pedestri Guerrier colle congiunte
513Agl’igniferi tubi aspre coltella.
Parver allor al duro termin giunte,
Qual trite paglie fra le ardenti brage,
516Le ostili forze, e in modo fier consunte;
Chè la maggior del Prusso Campo immage
Era un pian vasto di cadaver carco:
519Il resto o fuga, o servitude, o strage.
Vidi il feroce Re sotto l’incarco
Delle perdite sue per sentier noti
522Mover il piè nell’affrettarsi parco,
Nè d’oppresso mostrar sul volto i moti
Tristi, tal che parea che fosse degno
525Di Teresa sol vinto esser dai voti.
Poiché il sangue temprò l’Austriaco sdegno,
Mi disse il Duce: Or chiaro scorgi, ed odi
528A qual braccio l’Uom dee la palma e il regno.
Che se coll’armi, e co’ più accorti modi
Talor vinse un Guerrier prode, non furo
531Dovute a lui del trionfar le lodi;
Ch’ei nel corso de’ tardi anni futuro
Scarso avrìa pregio, anzi in caligin piena
534Fra i Duci il nome suo parrebbe oscuro,
Se Dio tal non porgeagli aìta e lena
A vincer atta. Ogni trionfo è dolce;
537Ma questo ad altri è premio, e ad altri è pena;