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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:212|3|0]]
Il vasto loco pien di vario-sparte
Folte erbette, che nulla arbor, nè fratta
18Con intralciati rami ingombra, o parte,
Dolce allargommi il cor, cui sembra intatta
A par del guardo aver sua libertate
21L’immenso avidamente a scorrer atta.
Qui nel varco di quelle a fior smaltate
Piagge il fianco posai sotto rugoso
24Olmo d’opache insiem foglie intrecciate,
Ove il puro aere, il rezzo ed il riposo
Grato a stanchezza invogliò più l’ingorda
27Vista a vagar per l’ampio strato erboso.
Rotto ora il lato spazio era da lorda
Trave d’un altaleno, onde pendea
30Vaso a trar l’acqua avvinto a docil corda.
Or da capanna vil, su cui serpea
L’ellera i cerri ad agguagliar avvezza,
33Che l’aride nel tetto alghe radea:
Rozzi obbietti al pensier; ma la rozzezza
Spirava per l’erbifera pianura
36Lieta semplicità, se non bellezza.
Scorrea la morbidissima verzura
Favonio, cui son le odorate rose,
39E i molli gigli amica e facil cura,
E quelle umìli piante e rugiadose
Piegando intenerìa colla diffusa
42Aura le fibre lor sotterra ascose;
Mentre il passero grigio, e la delusa
Spesso da’ rai degli aggirati specchi
45Lodola, e all’arduo vol la rondin usa
Aleggiando scegliean i levi stecchi
Per tesser nido alla futura prole
48Di molle creta, e di sermenti secchi: