Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
192 | visione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:214|3|0]]
L’usbergo aspro è al di fuor, ed in rabeschi
Orridi rilevato, e fuso a scaglie
84Di rinterzati spaventevol teschi.
La destra cinta da ferrate maglie
Stringe una falce contro a belva e ad uomo,
87Barbara e invitta ognor nelle battaglie,
Col segno, ahi vista amara! onde fu domo
L’antico Padre dalla colpa antica,
90All’asta della falce infisso il pomo.
L’altra man fra la ruggine s’implica
Di scure briglie, ed un cavallo affrena
93Pallido, e spregiator d’ogni fatica.
Che concitato da terribil lena
Soffia, e di spume il duro morso imbianca
96Scalpitando, e spargendo alto l’arena.
Docile al cenno, e non spossata e stanca
La turba ivi arrestossi; e il Duce crudo
99Ritirò del corsier la fervid’anca
Fin dentro a quello stuol di pietà nudo,
E disse: Io sempre afflitto Angiol di Morte
102Quanto mai gaudio, Angeli torvi, or chiudo
Nel sen doglioso, se pur false e corte
Immagini di gioja in tanto lutto
105Ponno alleviar sì disperata sorte.
Deh! chi sarà, che i nostri a ciglio asciutto
Danni ardisca ridir? Vedemmo armarse
108Lo stesso Dio fra la tempesta e il flutto
Del suo furor, che inestinguibil arse
Contra noi Squadre a lui ribelli, e poi
111Chiuso in vil fango fino al Ciel levarse
Spirto vedemmo disuguale a noi.
Cadde anch’egli, e fu sua la colpa, e nostra
114L’arte, cui non fia pari altra dappoi.