Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
200 | visione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:222|3|0]]
Spirto di pace Ilario; e da que’ nidi
Beati, donde fia che si disserre
348Grazia su voi, discendo in questi lidi.
Nelle rimote Pittavensi terre
Fui già sacro Pastor, e del nemico
351Cesare a Pier soffrii l’onte e le guerre:
Esule dalla greggia errai mendico
Fin di Frigia ai confini, e nell’esiglio
354Questo ebbi a me Popol cotanto amico,
Che qual padre risguarda amato figlio;
Tal in Cielo, ove ai pii Dio serba il loco,
357Coi voti aìta a lui presto e consiglio.
Nel fin delle parole a poco a poco
Lustrò il volto di rai, che intorno sparsi
360Lambìr le bende con leggiadro foco.
Cominciò allor subitamente a farsi
Il mio cor lieto, e le dogliose stille
363Spinte indietro ne’ miei lumi a stagnarsi;
Ma in mover le risposte a me rapille
Strana, e oltre modo Visìon sublime,
366Che vincitrice entrò nelle pupille.
Chiare, infinite con brillanti cime
Càdder liste scoppiando in fiocchi e sprazzi,
369Né questi, o quelle fùr seconde, o prime,
Qual se all’ingiù mille sulfurei mazzi
Di festevoli fochi ardendo in uno
372Formasser pioggia d’infiniti razzi.
Alle splendenti strisce, onde il già bruno
Vespertino aere pien meriggio féssi,
375Non parve fra gli Spirti iniqui alcuno
Di tema scarco. Pria con moti spessi
Tremolar l’aste, e l’implacabil Guida
378Coperse gli occhi dal fulgor oppressi;