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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:231|3|0]]
E donde avvien, che ad ammirar ti pieghi
Cotanta largitate, e poi t’infingi
645Di non intender, che l’accorci e leghi,
Mentre il Poter altissimo ti pingi
Sì fecondo ne’ corpi, e negli Spirti
648Scelti a conoscer Lui lo scemi e stringi?
Nè paventar, che in nebbia atra, e fra sirti
Dubbie tua mente il parlar mio riduca;
651Chè tu puoi da te stesso il vero aprirti.
Pensa, che l’arti tutte, in cui riluca
Vigor d’ingegno, fùr pria d’ogni norma
654Scritta, che ad acquistarle altri conduca;
Onde forz’è, che l’inventrice forma
Splendesse in alma non vulgar, che ignota
657Via scoprì senza condottiero ed orma.
Tu pur vedesti del saper la nota
A pochi fonte ampia sgorgar da incolti
660Spiriti, ove apparir dovea più vota,
Che da rozzezza e povertade involti
Nulla appreser da quei, che dopo acerbi
663Studj, e lungo vegliar divenner colti,
Se il meditar sublime, o ignobil serbi
Del cerebro a robusta, o a debil fibra,
666Per cui ragion o si rinforzi, o snerbi,
Tu allo strumento dai, ch’offre e non libra
Le immagin, quell’onor, di cui ti provi
669L’Alma spogliar, che in sé le avviva e cribra;
Che non ponno corporei obbietti, o novi,
O antichi invader l’Anima, se questa
672Le forme lor in sè pria non rinnovi.
Or tal riproduttrice o pigra, o presta
Virtù, che spirto è sol, negli uomin vari
675Varia per l’opre lor si manifesta;