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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:237|3|0]]
Perchè in lui tutta unir quanta si mostri
Virtù divisa fra mill’Alme, e poi
18Mesto farne argomento ai pianti nostri?
E perchè al bel fulgor de’ raggi suoi,
Mentre sparìa, sì chiaro aggiunger lume
21Per gravar d’atra notte Amore e noi?
Ma, lassa! donde avvien ch’io mi consume
Fra sì tristi sospir? Vinto pur giacque
24Chi alla mia libertade arse le piume:
Tre lustri il sol rivolse in giro, e tacque
De’ miei desir l’agitatrice guerra,
27Ch’ella destò, che per mio duol mi piacque:
Pace alfin mi recò lontana terra
Lunga etade, e men cruda immagin nova;
30Ed or, che il fral di lei sceso è sotterra,
Sveglia del foco mio l’antica prova
Nelle ceneri sue? Dunque l’acerba
33Morte, che tutto spegne, Amor rinnova?
Dunque uno scioglie, e all’altro il nodo serba
Più amaro? E per chi è polve, e per chi vive
36Va in un colpo di due trofei superba?
Deh! chi mi guida alle infelici rive,
Ove annebbiate dai lugubri orrori
39Giaccion le membra pie di spirto prive?
Sì che di pianto, e di fumanti odori,
E di fior copra le gelate spoglie,
42E se vive le amai, spente le onori.
L’ultima cercherei, se pur s’accoglie
Nei languid’occhi, scolorito raggio,
45Che in me temprasse l’affannate voglie:
Udrei, o udir parriami il parlar saggio
Delle pallide labbra e taciturne,
48Use a spirar dolcezza a ogni uom selvaggio;