Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
duodecima | 245 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:267|3|0]]
Or se tu fai del tuo benigno stile
447Mostra e pompa maggior in questo seggio,
Ove lo stuol, che reggi, è a te simile,
E se impetrar mi lice, un don ti chieggio.
450In quel, che mi beò, raggio sublime
Del Figlio eterno apertamente io veggio,
Che di morte un vapor maligno opprime
453Colei, che in fiamme alterne a me stringesti,
Che in ambi fùro ultime fiamme e prime.
D’uopo non è ch’io gli atti e i modi onesti
456Al tuo Divino rammentar richiami
Pari fra noi, poiché tu stesso festi
Di due un cor sol, ch’arda indiviso, e brami.
459Se in te laggiù l’amai, tu non mi vieti,
Che di te pieno in te qui ancora io l’ami:
E ben ella volando ove tu accheti
462Ogni desir, altra amichevol fede
Ambo farìa concordemente lieti.
Ma quanto amare al Popol suo, cui diede
465Di Madre più che di Regina i pegni
Foran queste di morte ultime prede?
Deh! volgi gli occhi a’ suoi confusi Regni
468Fra i voti e il pianto. Ah! per lor, Padre, spiega
Di tua Pietade e di tua Grazia i segni.
Ma che vegg’io ? La Vergin Madre piega
471Le pie ginocchia al Divin Figlio avante?
Oh atto, che in pregar vince, e non prega!
Tacque; e l’eccelsa Vergine in sembiante
474Amoroso di Madre, e umìl di Figlia
Fiso nel Verbo le pupille sante.
Luce e pietà piovea dalle sue ciglia;
477E il dolce innesto ambe temprando in parte,
Era gaudio a vederle, e maraviglia.