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La vera generò sua somiglianza
  513L’interior suo Verbo, unica, grande,
  E coeterna al Genitor sembianza.
In questo eguale a Lui Figlio, che spande
  516Il suo, e paterno lume, il Padre mira
  Sè stesso, e le sue tante ed ammirande
Bellezze, la cui vista immenso spira
  519Gaudio, e l’essere suo contempla pieno
  D’infinito poter, che in lui s’aggira,
Ed il celeste, e insiem l’ordin terreno
  522Delle create cose, e quanto puossi
  Da un Padre oprar onnipossente appieno.
Da lor Divinitade amabil mossi,
  525Ambo il divino Amor spiran, che pari
  Ad ambo in pari eternità svelossi.
E ben retta ragion vuol che dispari
  528Numero in un sol Dio Trino apparisca.
  Un, che somma è bontade, i beni rari
Dell’esser suo giust’è, che altrui largisca,
  531Un Altro, che gli accolga, e il Terzo poi,
  Che in perpetuo d’Amor nodo gli unisca,
Quell’una in pria serbando, e ognor dappoi
  534Sola Divinitade a Tre comune.
  Quindi il Padre alle scelte Alme, ed a’ suoi
Angeli, in cui la sua gloria s’adune,
  537S’appressa, e rende in ammirabil guisa
  La vista lor d’ogni atra nebbia immune;
E loro unendo il Figlio, in cui s’affisa
  540Sè stesso nel veder, forz’è in quel punto
  Della Diva Unìon stretta e indivisa,
Che sia il Verbo di Dio sì all’Uom congiunto,
  543Che l’Uom con atto fiso e pensi e vegga
  Simile in gloria a quel del Verbo appunto;

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