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alla duodecima visione | 253 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:275|3|0]]{| |- | Pag. 5. || Appresentossi d’adamante un lago, ec. |}
Cioè un lago trasparente come diamante, in quella guisa che come vetro trasparente e a cristallo simigliante era il mare vitreo, che si stendeva davanti al trono di Dio, veduto da San Giovanni nell’Apocalisse (cap. IV v. 6): et in conspectu sedis tamquam mare vitreum simile crystallo.
Ivi. | Oltre cui si scorgea ec. |
Non diversa cosa vide l’Apostolo San Giovanni nel luogo sopraccitato: Et iris erat in circuitu sedis, v. 3; e presso a poco la stessa il Profeta Ezechiele nella sua Prima Visione (cap. I v. 27 e 28).
Ivi. | Il volto, ch’era insieme e volto e luce. |
L’idea è tolta da Daniele (cap. VII v. 10): Fluvius igneus rapidusque egrediebatur a facie ejus.
Ivi. | Ei col piè, che le nubi ondifer' ave ec. |
La grande immagine viene dall’Apocalisse (cap. IV v. 5): Et de throno procedebant fulgura et voces et tonitrua.
Pag. 243. | Qual da mille torrenti un suon che uscisse; ec. |
Suono e voce di molt’acque dissero Ezechiele (cap. I v. 24 e cap. XLIII v. 2), e l’Evangelista Giovanni nell’Apocalisse (cap. I v. 15, cap. XIV v. 2, e cap. XIX v. 6), quando esprimer vollero un grande e straordinario o suono o voce.
P. 245. Che di morte un vapor ec.
Il vajuolo, che fece temer moltissimo della vita di Sua Maestà, Imperatrice Maria Teresa, e tenne a lungo
in estrema ansietà, e tormentoso sbigottimento i tanti