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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:31|3|0]]
Altri già spente le funeree faci
Stretto abbracciando il tuo gelato frale
180V’imprimean misti fra i singulti i baci;
Altri offrían gl’inni e i voti all’immortale
Anima tua, che sul cadaver santo
183Scesa forse battea per gaudio l’ale.
Io più dir volli; ma pietà me tanto
Mosse, che balbettò la lingua, e strise;
186E la voce mancò tronca dal pianto.
Egli intrecciando coll’usate guise
Sovra il placido sen le caste palme,
189Morte, disse, da voi non mi divise;
Chè a lei sol lice alle caduche salme
Toglier lo spirto, ma non può sua forza
192Spegner l’eterno amor delle nud’Alme.
Questo a voi mi rannoda, e insiem mi sforza
A riguardar dai fortunati chiostri
195La terra, ove sepolta è la mia scorza.
Nè avvien giammai qualora a me Dio mostri,
Ch’ei pel vostro fallir empio s’adiri,
198Che all’altissimo trono io non mi prostri,
E non inviti de’ beati giri
Qualunque Spirto di pietade amico
201A confonder i suoi coi miei sospiri.
Con questi io t’impetrai contra il nemico
Della tua pace Amor gli acuti lampi,
204Che tua ragion scosser dal sonno antico
Ferreo sì, e cupo in que’ fallaci campi,
Che libertade in lei spenta credesti
207Fra i molli obbietti e i lusinghieri inciampi:
E sciolto forse di tua cruda andresti
Vil servitute; ma in disciorne il nodo,
210Ahi misero! tu stesso il ritessesti,