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Altri già spente le funeree faci
  Stretto abbracciando il tuo gelato frale
  180V’imprimean misti fra i singulti i baci;
Altri offrían gl’inni e i voti all’immortale
  Anima tua, che sul cadaver santo
  183Scesa forse battea per gaudio l’ale.
Io più dir volli; ma pietà me tanto
  Mosse, che balbettò la lingua, e strise;
  186E la voce mancò tronca dal pianto.
Egli intrecciando coll’usate guise
  Sovra il placido sen le caste palme,
  189Morte, disse, da voi non mi divise;
Chè a lei sol lice alle caduche salme
  Toglier lo spirto, ma non può sua forza
  192Spegner l’eterno amor delle nud’Alme.
Questo a voi mi rannoda, e insiem mi sforza
  A riguardar dai fortunati chiostri
  195La terra, ove sepolta è la mia scorza.
Nè avvien giammai qualora a me Dio mostri,
  Ch’ei pel vostro fallir empio s’adiri,
  198Che all’altissimo trono io non mi prostri,
E non inviti de’ beati giri
  Qualunque Spirto di pietade amico
  201A confonder i suoi coi miei sospiri.
Con questi io t’impetrai contra il nemico
  Della tua pace Amor gli acuti lampi,
  204Che tua ragion scosser dal sonno antico
Ferreo sì, e cupo in que’ fallaci campi,
  Che libertade in lei spenta credesti
  207Fra i molli obbietti e i lusinghieri inciampi:
E sciolto forse di tua cruda andresti
  Vil servitute; ma in disciorne il nodo,
  210Ahi misero! tu stesso il ritessesti,

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