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Pur m’odi; e mentre lume al fosco aspetti
  Ingegno tuo, nell’immortal tua parte
  378Imprimi, e serba ognor questi miei detti:
Chè allor, che veri intendi obbietti a parte
  Necessarj in ragion, che poi mistero
  381Congiunti fan d’argomentar nell’arte,
Se unirli insiem non lice al tuo pensiero,
  Non dubitar di lor concordia e pace;
  384Perchè il vero non mai distrugge il vero.
Poiché pregio è di Dio solo, in cui giace
  L’eterna a par di lui Bontade immensa,
  387Che sua grazia diffonde ove le piace;
Né avvien, che ogni Alma libera, che pensa,
  Le voglie a ben oprar non abbia pronte,
  390Se pria non é dal divin raggio accensa.
E non sarìa un ruscel sceso dal monte
  Ingiusto vantator, che sue chiamasse
  393Le dolci limpid’acque, e non del fonte?
Or ella, che dal sen pietoso trasse
  I doni suoi, nell’uman cor non trova
  396Merto, per cui sua grazia in lui spirasse;
Perché il principio, onde ogni merto ha prova,
  E l’unica di Dio Bontà sublime,
  399Che sé stessa in altrui sparsa rinnova.
Ella nell’uom le grazie infonde prime,
  Che accolte in lui dan varco alle seconde,
  402Purché arbitro di queste ei non s’estime:
Come le prime acque del rìo feconde,
  Se sgombre di ritegno abbian le strade,
  405Traggon placide seco ancor l’altr’onde.
Soave spira l’immortal Bontade
  Grazia all’uman voler ne’ moti incerto,
  408E l’atto del voler è libertade;

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